Politecnico di Milano – Nuovo polo universitario di Lecco
Politecnico di Milano – Nuovo polo universitario di Lecco | Lecco | 2010-2014
concept
development
costruzione
dati progetto
data: 2010-2014
committente: Colombo costruzioni S.p.a.
oggetto: Polo Universitario – nuovo complesso universitario
location: Lecco
L’Università aperta
Introduzione alla struttura
La sede di Lecco del Politecnico di Milano, nasce nel 1989 per rispondere alla volontà dell’ateneo di essere presente e vicino alle realtà produttive nei territori di riferimento e alla richiesta dell’area lecchese, ricca di industrie e operatività, di avere un centro di ricerca per lo development competitivo.
il nuovo Campus Universitario, tra i primi esempi italiani in stile anglosassone, si propone fisicamente e ideologicamente come Università aperta.
Sorto sul sedime dismesso dell’ospedale cittadino, nella parte sud della città di Lecco, il senso di continuità con il limitrofo centro storico e urbano, ha portato ad aprire il perimetro dello spazio universitario ad una serie di nuove forme d’uso e di relazione. Un sistema di aree aperte e chiuse, accessibili a chiunque, esaltano un concetto di continuità urbana che va ben oltre gli aspetti fisici e dinamici.
L’iniziale visione progettuale si è trasformata in precise linee guida: la volontà di aprire alla città nuovi spazi, creare fluidità organica, eliminare ogni sorta di barriera sia fisica che mentale, togliere i confini. Tagliato perpendicolarmente il Campus collega due vie parallele tra loro accorciandone le distanze: diventa strada, ponte, parte integrata della città.
Questo luogo, in mezzo al tessuto urbano e di tutti, si fa portatore e produttore di scienza, tra la gente che percorre e si affaccia alle “vetrine politecniche”, soffermandosi nel giardino wireless, connesso con il mondo.
L’ immagine dell’ edificio
L’immagine dell’edificio viene percepita per le sue qualità di leggerezza, trasparenza, luminosità, permeabilità prospettica, ma al contempo si impone in forma silente come simbolo di cultura e spirito innovativo.
I materiali ed i colori utilizzati sono attinti dalla “ tavolozza cromomaterica” legata alla storia del luogo ed alla loro simbologia: l’alluminio, l’acciaio, il vetro. Il colore, bianco RAL 9016, il bianco della carta da disegno (progetto), tinge gli involucri rappresentando la purezza e la castità intellettuale della cultura tecnica in divenire.
Simbolo dell’assoluto, da Malevic a Moby Dick, il bianco dell’involucro varia con il variare delle ore e delle stagioni, trasformando le morbide superfici incise in chiaroscuri vigorosi che modificano l’assetto percettivo.
Efficienza tecnologica ed energetica
Oltre al forte impatto estetico, che coniuga un coerente sodalizio tra spazi nuovi e recupero di aree monumentali, l’importanza del progetto sta nell’efficienza tecnologica e nella scelta progettuale che ha previsto l’impiego di sistemi edilizi industrializzati ed energetici secondo principi di eco-sostenibilità.
La nuova struttura,e’ interamente composta da un kit modulare di elementi strutturali resistenti in cemento e da elementi performanti, leggeri in alluminio, acciaio e vetro per gli involucri, espressamente realizzati su specifico disegno dello studio Paolo Bodega Architettura.
Agli elementi prefabbricati in cemento che compongono la parte strutturale dell’ edificio quali travi, pilastri, solai e mensole si sovrappongono layer specifici studiati per rispondere alle diverse necessità prestazionali dell’involucro, quali esposizione, isolamento, ed intercettazione energetica, realizzati da elementi trasparenti, opachi, da brise-soleil filtranti e fotovoltaici, ed ali dinamiche che consentono un migliore controllo dell’irraggiamento.
Il nuovo edificio è in classe energetica B, per il contenimento dei consumi energetici e delle emissioni di CO2 in atmosfera sono state utilizzate come “generatori” risorse energetiche rinnovabili presenti nel luogo: acqua, sole, aria.
La climatizzazione è affidata ad un sistema modulare di pompe di calore che utilizzano l’acqua di falda. In sommità agli involucri sono posizionati pannelli fotovoltaici per la produzione di 20 kW di energia elettrica, collettori solari termici per la produzione di acqua calda ed un rotore eolico ad esse verticale.
Tutti i materiali da costruzione, e di finitura utilizzati sono stati scelti con accuratezza in virtù delle proprie caratteristiche di ecologicità, riciclabilità e del ciclo divita (LCA).
Le unità edilizie funzionali
Il progetto del nuovo Polo Universitario, redatto sulla base degli elaborati preliminari predisposti dal Politecnico di Milano e dimensionato per una popolazione di 2.000 studenti, è nella sostanza composto dalla realizzazione di un nuovo edificio Corpo UFN 1 (Unità Funzionale Nuova 1 – contenente aule e laboratori) ed il recupero degli edifici esistenti, individuati come Corpo UFR 1 (Unità Funzionale di Recupero 1 – dove ha sede la palazzina Pro-rettorato) e Corpo UFR 2 (Unità Funzionale di Recupero 2 – con la sua caratteristica forma a pettine tipica delle strutture ospedaliere di fine ‘800, che ospita al suo interno la uffici e i dipartimenti).
A completamento della struttura è stato aggiunto un nuovo spazio edilizio collocato all’interno di una corte del corpo a pettine, adibito a Sala lettura ed aule.
È in fase di ultimazione la ristrutturazione del vecchio padiglione Ospedaliero, che sarà adibito a residenza studentesca, Adolf Loos.
Unità Funzionale Nuova 1 – Aule e laboratori
Il Corpo UFN 1, che ospita le aule ed i laboratori, si suddivide in due organismi edilizi, il primo, corpo A, di collegamento tra le vie Previati e Ghislanzoni è articolato su due piani fuori terra più un piano interrato destinato a parcheggio, il secondo, corpo B, parallelo alla via Previati è articolato su quattro livelli.
L’insieme dei due complessi, destinati all’attività didattica – laboratori e servizi alla didattica, si sviluppa ad L. L’impostazione delle quote altimetriche ha tenuto conto del corpo esistente UFR 2, del quale è stata ripresa la quota a livello terreno, consentendone il collegamento.
La struttura che si è venuta a creare, cui l’insieme degli edifici ha dato forma, ha portato alla composizione di una piazza/percorso, la quale rispecchia la volontà progettuale di favorire l’interscambio e la permeabilità fra Università e città.
Sui fronti esposti a sud-ovest (Corpo B) e sud-est (Corpo A), sono previsti dei sistemi di schermatura delle facciate per il controllo dell’irraggiamento solare nel periodo estivo, e dell’abbagliamento nel periodo invernale, integrati con elementi a palpebra con funzione di diffusione della luce naturale all’interno delle aule.
Questi componenti, che non impediscono la fruizione visiva verso l’esterno, hanno una valenza non solo prestazionale ma architettonica: una sintesi progettuale che tiene conto anche degli aspetti gestionali e manutentivi.
Unità Funzionale di Recupero 1 – Uffici Pro-rettorato
La villetta, ex sede degli uffici amministrativi dell’Ospedale e soggetta a vincolo diretto della Soprintendenza, è stata salvaguardata in toto nelle sue parti esterne e destinata a sede degli uffici del Pro-rettorato.
Sono state realizzate opere di restauro conservativo e ripristino dell’esterno e degli spazi interni, con adeguamenti impiantistici ed in funzione dell’accessibilità ai disabili.
Unità Funzionale di Recupero 2 – Amministrazione e dipartimenti
Il corpo a pettine, soggetto a vincolo indiretto da parte della Soprintendenza, è stato salvaguardato dal punto di vista morfologico come segno significativo sul territorio e memoria di un’architettura ospedaliera della fine dell’800.
Ripulito dalle superfetazioni e recuperato nelle sue parti esterne, con delle aggiunte funzionali, l’edifico ospita gli ambienti tecnologici ed i depositi al piano interrato, gli uffici amministrativi, dipartimentali e di servizio alla didattica nei due piani fuori terra.
Lo scalone monumentale, sottoposto a vincolo diretto della Soprintendenza, collocato tra il corpo principale dell’ex-Ospedale ed il primo padiglione del “pettine”, è stato sottoposto a restauro conservativo.
In corrispondenza delle due testate verso Nord-Ovest sono state realizzate due facciate vetrate che denunciano chiaramente la contemporaneità dell’intervento rispetto al preesistente, mentre il recupero dell’edificio nelle restanti parti ha mantenuto, per quanto possibile, il ripristino delle originali aperture e finiture di facciata.
Per mantenere le prerogative conservative delle facciate da una parte ed aumentare l’efficienza energetica, è stato creato all’ interno un guscio a bassissimo spessore composto da lastre di fibrogesso e isolanti multiriflettenti .
I locali interrati esistenti sono stati recuperati e ampliati quali spazi destinati prevalentemente a locali tecnologici.